Giuseppe de' Spagnolis nasce a Sora in provincia di Frosinone nel 1943. La sua formazione avviene a Roma dove si diploma al Liceo Artistico e si laurea alla Facoltà di Architettura nel 1968. Come architetto è autore di numerosi progetti che hanno avuto attuazione in Angola, Congo, Bahrain, Ravenna, Roma e soprattutto in Libia dove è riconducibile gran parte della sua attività. Il periodo libico è indubbiamente espressione, da un lato, dell'entusiasmo per una ricerca condotta sull'impiego di materiali locali, dall'altro, dell'influenza delle tradizioni locali e del paesaggio: forme semplici, volumi puri, impiego di superfici bianche, sole accecante, e riflettente con ombre taglienti, cielo dalle svariate sfumature di blu, musica del vento e silenzio apparente del deserto. Elementi che poi hanno influito sulla sua poetica artistica e sulle sue composizioni.
Nel 1987 ritorna in Italia e si stabilisce nella campagna del lago di Fondi per dedicarsi sempre di più alla pittura con opere di grandi dimensioni. Viaggia ripetutamente anche negli Stati Uniti dove riceve la cittadinanza onoraria di Billings Montana e in Australia dove conta numerosi collezionisti.
Tra i suoi primi maestri: Luigi Montanarini, Franco Miele, Igino Epicoco, Tommaso Bertolino.
Esordisce nella fase giovanile con mostre collettive a Roma, Latina, Formia (LT).
La sua prima personale si svolge a Roma nel 1989 alla Galleria Vittoria di Via Margutta a cui segue nel 1991 quella all'Istituto Poligrafico d'Arte Classica e Contemporanea di Roma, curata da Mario Ursino.
Partecipa alla mostra "Don Chisciotte della Mancia", omaggio dell'Arte Italiana a Cervantes, che apre le manifestazioni culturali dell'EXPO di Siviglia del 1992 insieme a 25 artisti italiani tra cui De Chirico, Mastroianni, Dalì, Greco, Sassu, Nespolo, Calabria, Brindisi e Liberati.
Espone successivamente a Roma alla Ca D'Oro di Piazza di Spagna con il critico Carmine Benincasa, a Bevagna (PG), ed ancora a Roma, Fondi (LT), Ariccia (RM), Taormina (CT), Sperlonga (LT) e Gaeta (LT) insieme a Dino Bartolomeo, Sergio Unia, e Daniele D'Amico e dal 2009 al 2021 è presente a Gaeta anche a numerose edizioni del porticato Gaetano.
Nel 2011 partecipa alla Mostra "Villa Adriana, Dialoghi con l'Antico" voluta dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, nell'affascinante scenario di Villa Adriana a Tivoli (RM).
Dall'11 al 18 Luglio 2019 partecipa a una collettiva a Milano alla Prince Art Gallery con il titolo "Pop Revolution".
Nel 2020 viene inserito "Nell'Atlante dell'Arte Contemporanea" edito dalla De Agostini a cura di START Srl.
Ha scritto sui rapporti tra arte figurativa e musica presentando "Mosaico della Memoria" appunti e ricordi della Libia.
Hanno scritto di lui:
Suzanne Delehanty, Giorgio Agnisola, Carmine Benincasa, Marcello Carlino, Guglielmo Petrone, Giuseppe Selvaggi, Mario Ursino, Mauro De Giosa, Francesca Boesh, Michele Calabrese, Terzocchio, Mario Cappelli, Stefania Laurenti, Alessandra Stoppini, Jack Hines per "Southwest Art", Francesco Scialfa, Start Group, Armando Principe, Matteo Bellenghi.